Jean Paul "El Troglodita" - Everything gonna change (1972)

Il giorno in cui un “Troglodita” cambiò il rock.

di Andrea Volpin

Ci sono brani che non fanno parte della playlist mondiale, eppure hanno un’energia talmente ruvida e brillante da sembrarti familiari al primo ascolto.

Everything’s Gonna Change di Jean Paul “El Troglodita” è uno di questi: un concentrato di psichedelia, funk latino e garage rock che arriva dal Perù dei primi anni ’70, dritto dall’album cult Vudú (1972).

Jean Paul, all’anagrafe Enrique Roberto Tellería Dávila, non si è guadagnato il soprannome “El Troglodita” per caso.

Sul palco era un’esplosione: performance imprevedibili, energia fuori scala e una certa tendenza a “interpretare” la musica anche con movimenti non sempre delicati. Diciamo che la sua presenza scenica non lasciava mai il pubblico indifferente.

Il brano Everything’s Gonna Change, registrato con la band Laghonia, è un piccolo tesoro della scena rock peruviana: chitarre fuzz, groove funk e quella voce un po’ selvaggia che sembra dire, più che cantare, che sì, qualcosa sta davvero per cambiare. Un pezzo che oggi viene riscoperto da collezionisti e appassionati di “rare groove”, ovvero tutto ciò che è troppo bello per essere rimasto nascosto.

 

Curiosità: si racconta che Jean Paul, durante un concerto, abbia finito per distruggere parte del set di scena, senza minimamente interrompere il brano. La band continuava a suonare e lui, imperterrito, dava una “interpretazione fisica” molto personale del rock. Ecco, il pubblico forse non sapeva cosa aspettarsi da lui, ma di certo non si annoiava.

Riscoprire Everything’s Gonna Change oggi è come imbattersi in un vinile dimenticato in soffitta: un suono sporco al punto giusto, sincero, vivo.

Soprattutto, è una prova che il rock più autentico non ha mai avuto confini geografici.

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