La bellezza, un concetto soggettivo-oggettivo

di Reo Aromi

Definire la bellezza in modo universale non è cosa semplice perché è di fatto legata al contesto culturale, storico e personale. Una definizione possibile potrebbe essere: “la bellezza è l'esperienza di piacere, meraviglia o significato che deriva dall'incontro con qualcosa che risuona con i nostri valori, emozioni o sensi.”

Questa definizione però non è assoluta, poiché ciò che è bello per una persona può non esserlo per un’altra. Se ci pensi bene dipende molto da ciò che hai vissuto, dall’educazione (anche inconsapevole) data dai tuoi genitori. La bellezza di fatto deriva da fattori educativi, si viene in un certo senso educati al bello, prima ancora che in noi si sviluppi un’idea personale.

La bellezza quindi è prevalentemente soggettiva, anche se in qualche modo può contenere elementi che possono essere percepiti come oggettivi, se inseriti in certi contesti. Se da un lato appunto, la bellezza dipende dai gusti personali, dalle esperienze individuali e dal background culturale, dall’altro ciò che una cultura considera bello (come la simmetria facciale in molte società occidentali) può non essere altrettanto valorizzato altrove.

 

Oggettivamente quindi, alcuni aspetti della bellezza sembrano avere una base universale, come la proporzione aurea in arte o architettura, che tende a essere apprezzata trasversalmente per la sua armonia matematica. Studi scientifici, come quelli sulla percezione della simmetria facciale o sui colori vividi, suggeriscono che alcune preferenze estetiche potrebbero essere radicate nella biologia umana. Tuttavia, anche questi aspetti “oggettivi” sono filtrati attraverso l’interpretazione personale, rendendo la bellezza un fenomeno in gran parte soggettivo, ma con alcune caratteristiche condivise che possono sembrare universali.

Se per esempio confrontiamo il concetto di bellezza nella cultura occidentale moderna (Europa e Stati Uniti) e nella cultura tradizionale Maori della Nuova Zelanda, possiamo notare che se nella cultura occidentale, la bellezza è spesso superficiale, focalizzata sull’apparenza e su standard universali promossi dai media, nella cultura Maori, la bellezza è profondamente simbolica, radicata nell’identità, nella spiritualità e nel contesto culturale, come nel caso dei tā moko che raccontano una storia unica.

 

Autore: Reo Aromi

Photo by © Guóman Liao / Kaitlin White