“Mi hanno detto che dovrei perdere peso; ma io odio perdere!”

di Reo Aromi

Quando si parla di dieta, la mente corre subito all’idea di dover rinunciare, togliere, ridurre. Eppure, se ci pensiamo bene, “perdere” non piace a nessuno.

La battuta di Mafalda, “Mi hanno detto che dovrei perdere peso; ma io odio perdere!” del fumettista Quino, scomparso di recente, è geniale perché smaschera un equivoco che viviamo tutti: quando si parla di dieta, la mente corre subito all’idea di dover rinunciare, togliere, ridurre. Eppure, se ci pensiamo bene, “perdere” non piace a nessuno.

Ed è forse proprio per questo che tante diete finiscono prima ancora di iniziare: perché nascono come privazioni, come guerre di resistenza contro se stessi.

Ma se provassimo a cambiare prospettiva? E se ci avvicinassimo alla dieta con l’idea di guadagnarci in autostima, sicurezza, bellezza esteriore e, soprattutto, in salute?

Per farlo dobbiamo essere più disciplinati, pensando però a questa parola non come a un rigore militaresco, ma piuttosto —come scrive Andrea Giuliodori nel suo libro La Svolta— come alla “più elevata forma di amor proprio”. 

Rispettare noi stessi e il nostro corpo, dargli ciò che lo fa stare bene. Non è una questione di calorie, ma di atteggiamento.

 

Negli ultimi anni si sono moltiplicati gli approcci che ribaltano il concetto classico di dieta. Non si tratta più solo di inseguire la bilancia, ma di creare un sistema di abitudini che faccia stare meglio dentro e fuori.

L’alimentazione intuitiva, ad esempio, propone di ascoltare i segnali naturali del corpo: mangiare quando c’è fame vera, smettere un attimo prima della sazietà, concedersi anche i cibi “vietati” senza sensi di colpa, meglio se associati a un momento di premio per qualcosa che ci è riuscito bene, a un piccolo traguardo, piuttosto che legarli a sfoghi per superare i momenti negativi.

È un ritorno al buon senso, che ci ricorda che il corpo ha una sua saggezza: basta allenarsi ad ascoltarlo. Ci sono cibi che sappiamo che ci fanno male. Quindi, se davvero ci vogliamo bene, li eviteremo: non servirà nessuna dieta per imporci una scelta d’amore verso noi stessi.

L’Health at Every Size (HAES) porta ancora più in là il discorso: la salute non è una questione di centimetri o di taglia, ma di comportamenti sostenibili. Un corpo curato, nutrito bene, che si muove con piacere e riposa a sufficienza può essere sano anche senza rientrare nei famosi standard estetici. Sicuramente vi sarà capitato di rinunciare a un alimento o a una bevanda per un certo periodo e di sentirvi subito meglio, no?

E ancora: mettere in atto semplici rituali per mangiare meglio e guadagnarci in salute.
Ma questi li vedremo nel dettaglio nel prossimo articolo.

Autore: Reo Aromi