La battuta di Mafalda, “Mi hanno detto che dovrei perdere peso; ma io odio perdere!” del fumettista Quino, scomparso di recente, è geniale perché smaschera un equivoco che viviamo tutti: quando si parla di dieta, la mente corre subito all’idea di dover rinunciare, togliere, ridurre. Eppure, se ci pensiamo bene, “perdere” non piace a nessuno.
Ed è forse proprio per questo che tante diete finiscono prima ancora di iniziare: perché nascono come privazioni, come guerre di resistenza contro se stessi.
Ma se provassimo a cambiare prospettiva? E se ci avvicinassimo alla dieta con l’idea di guadagnarci in autostima, sicurezza, bellezza esteriore e, soprattutto, in salute?
Per farlo dobbiamo essere più disciplinati, pensando però a questa parola non come a un rigore militaresco, ma piuttosto —come scrive Andrea Giuliodori nel suo libro La Svolta— come alla “più elevata forma di amor proprio”.
Rispettare noi stessi e il nostro corpo, dargli ciò che lo fa stare bene. Non è una questione di calorie, ma di atteggiamento.
