The Chemical Brothers — Hey Boy Hey Girl (1999)

Ragazzi e ragazze, siete tutti scheletri in pista!

di Reo Aromi

C’è musica da ascoltare e musica da vivere. E poi ci sono i The Chemical Brothers.
I due componenti del gruppo, Tom Rowlands e Ed Simons, nato agli inizi degli anni ‘90, non hanno solo fatto ballare un’intera generazione, ma sono stati i precursori della trasformazione della cultura rave in arte visiva, suono, energia pura. 

E se esiste un momento in cui tutto questo ha preso forma, è nel 1999, con un loop ossessivo che ha cambiato la storia del Big Beat: Hey Boy Hey Girl.

Estratto dall’album Surrender, il brano è una capsula del tempo, una spirale di bassi e adrenalina che cattura lo spirito psichedelico e caotico di fine millennio. Un vero e proprio mantra che unisce tutti sotto un unico battito.

 

Per capire i Chemical Brothers bisogna dimenticare la dance patinata o la techno chirurgica. Il loro universo nasce dal Big Beat, un ibrido rumoroso e geniale fatto di breakbeat sporchi, pulsazioni house e un’anima rock che ti investe come un live. È musica da club, ma anche da arena. È euforia con l’anima. 

Hey Boy Hey Girl è il punto di svolta: meno aggressiva dei primi esperimenti, più fluida, ma ancora intrisa di quel suono acido e viscerale che li ha resi icone.

La cosa incredibile è che Tom e Ed non nascono dietro una consolle, ma si conoscono all’Università di Manchester, studiando Storia Medievale. Due ragazzi immersi tra pergamene e castelli, per fortuna nostra abbandonano presto i tomi polverosi per i campionatori. 

Iniziano con il nome di The Dust Brothers, in relazione ai già noti Dust Brothers, famosi per aver collaborato con i Beastie Boys, che abbandoneranno per problemi legali diventando The Chemical Brothers. Alchimisti di suoni, capaci di fondere l’energia dei Public Enemy con la malinconia distorta dei My Bloody Valentine.

Il video di Hey Boy Hey Girl, che ha fissato il brano nell’immaginario collettivo è diretto da Dom & Nic e racconta di una ragazza che, dopo un piccolo incidente, sviluppa una visione a raggi X: vede tutti come scheletri. In discoteca, in taxi, ovunque. Corpi che si muovono, sorrisi che svaniscono, solo ossa danzanti.
Questa visione è pura poesia visiva: una metafora lucidissima dell’uguaglianza e della caducità. Sotto la pelle, siamo tutti uguali. Tutti vibrazioni, tutti solo ritmo. Una dichiarazione estetica e sociale, lanciata nel cuore della cultura club, dove l’apparenza regna sovrana.

Con Hey Boy Hey Girl, i Chemical Brothers hanno firmato l’inno definitivo di un’epoca. Non solo per le classifiche, ma per l’immaginario che hanno costruito: la fusione perfetta tra suono, luce e movimento. 

Oggi, ad oltre trent’anni dal debutto, i The Chemical Brothers restano pionieri della bellezza elettronica. Hanno portato il groove nelle gallerie, l’arte nei club e la fisicità del corpo nella musica digitale.
E in fondo, se ci pensiamo bene, Hey Boy Hey Girl non è solo un brano da ballare: è un promemoria esistenziale: tutti noi, scheletri luminosi in pista, continuiamo a muoverci, a cercare quel ritmo che ci tiene vivi.

 

 

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