Rainbow Mountain: la montagna che ha rubato i colori all’arcobaleno

di Reo Aromi

Sembra dipinta da un pittore distratto, uno di quelli che non rispetta le regole del paesaggio e mescola i colori senza parsimonia. E invece no: la Rainbow Mountain, nel cuore delle Ande peruviane, è tutta naturale. Niente filtri, niente Photoshop. Solo minerali, vento, sole e millenni di pazienza geologica.

Immagina una montagna a oltre 5.000 metri d’altitudine che si stende come un mantello di sete orientali: righe di rosso, verde, ocra, blu, viola e oro che si fondono in un panorama così surreale da sembrare disegnato con i pastelli di un bambino. Si chiama Vinicunca, o “Montaña de Siete Colores”, e nonostante il suo nome quasi poetico, non fa sconti a nessuno.

Per arrivarci, infatti, serve fiato, determinazione e un po’ di spirito d’avventura. Da Cusco si viaggia per circa tre ore tra curve e altipiani punteggiati di lama e alpaca, poi inizia la camminata. Un trekking breve ma intenso, a un’altitudine dove anche respirare può sembrare un lusso. Qui ogni passo si conquista, ma ogni sosta regala un respiro più grande: quello della natura che si mostra in tutta la sua potenza.

La bellezza di Vinicunca non è solo visiva, è fisica. La senti nell’aria sottile che punge le guance, nel silenzio che sembra amplificare i colori, nella luce che cambia ogni pochi minuti e ridisegna la montagna come una tela vivente. È uno di quei luoghi che non si guardano soltanto: si attraversano, si ascoltano, si sopportano.

Ma, come spesso accade con i luoghi diventati “Instagram famous”, anche qui c’è il rovescio della medaglia. In pochi anni, la Rainbow Mountain è passata dall’essere un segreto locale a una delle mete più fotografate del Sud America. Il turismo ha portato opportunità economiche alle comunità andine, ma anche pressione ambientale: sentieri erosi, spazzatura, cavalli esausti e l’inconfondibile rumore del troppo umano.

Eppure, Vinicunca resiste. Quando le nuvole si aprono e il sole accende le sue strisce minerali, ti rendi conto che la montagna è ancora padrona del gioco. Ti osserva dall’alto, impassibile, ricordandoti che la bellezza vera non è mai comoda, né infinita: va rispettata, vissuta con misura, e magari lasciata respirare ogni tanto.

Così, mentre torni giù, un po’ stanco, un po’ alticcio d’ossigeno, ti accorgi che quella montagna ti ha insegnato qualcosa. Che la bellezza più autentica non è quella che cerchi di conquistare, ma quella che ti lascia senza fiato… anche nel senso letterale del termine.

 

 

Autore: Reo Aromi

Photos by © Sofia Guaico | McKayla Crump | Jan Kronies | Jean Vella